Siamo quasi alla fine del “Corso Samuele”, un programma spudoratamente plagiato da quanto il Card. Martini iniziò anni fa a Milano, e il PIME continua da 25 anni a Villa Grugana: una serie di incontri per aiutare giovani a riflettere sugli elementi fondamentali per vivere la vita come vocazione. Ogni tipo di vocazione.
La nostra seconda esperienza qui a Dhaka sta felicemente avvicinandosi alla conclusione dei 9 incontri di una giornata ciascuno, con circa 60 ragazzi e ragazze sui diciott’anni.
Incontro n. 7, sulla vocazione alla vita matrimoniale. Vivace presentazione del relatore principale poi, come al solito, testimonianze. Invitiamo due coppie, una giovane (6 anni di matrimonio) e una più matura. “I primi tempi con mia moglie – inizia il marito junior – non sapevo bene come comportarmi: eravamo insieme giorno e notte, e non ci eravamo mai visti prima del matrimonio… dovevo capire che tipo era lei”. Lei annuisce sorridendo. Ascolto con profonda preoccupazione: che razza di messaggio comunicheranno ai giovani? Poi la moglie senior: “Avevo visto il mio futuro marito in fotografia, e mi era parso attraente, ma quando l’ho incontrato, il giorno delle nozze, l’ho trovato molto diverso, piuttosto brutto…” E via raccontando.
Il messaggio? Due matrimoni ottimamente riusciti, e a dirlo non erano soltanto le parole.
Il segreto? Pregare molto insieme, e prendere sul serio le promesse che ci siamo fatti sposandoci.