Nel 1971, il caos della guerra d’indipendenza costringe Dora a lasciare il noviziato della congregazione in cui voleva entrare. Attende sperando di ritornare, ma arrivata la pace s’accorge che qualcosa in lei è cambiato. Decide di camminare da sola. Con grande tenacia, sempre nell’ombra, collabora alle traduzioni in bengalese dei documenti del Vaticano II, poi del Catechismo della Chiesa Cattolica, e sotto la propria responsabilità pubblica una traduzione del Breviario delle ore liturgiche, che ora sta rivedendo e ampliando, per una nuova edizione. Vive in un angolo del giardino di una grande scuola cattolica, alcune casette semplicissime dove ospita chi vuole pregare da solo o in gruppo. Silenzio non se ne trova molto (richiami dalle moschee vicine, traffico, giochi degli studenti, corvi…), però Dora riesce a mantenere un clima di pace e di raccoglimento. Gira nelle parrocchie per sostenere i gruppi del Movimento carismatico, visita le famiglie con ammalati, la chiamano per conferenze e ritiri. Ma soprattutto dedica ore e ore ad ascoltare. Mentre i suoi capelli diventano grigi, cresce il numero di coppie in crisi, giovani in ricerca, religiose in difficoltà… che si confidano con questa donnetta in sari, dimessa, e ascoltano la sua voce bassa, quasi un sussurro, che comunica la sua vita vissuta in Cristo e guidata dallo Spirito.