Droga

Lota, la più dedicata e competente volontaria dell’organizzazione per i bambini di strada che fa capo a Fratel Lucio (missionario del PIME), è stata invitata ad una testimonianza sul suo impegno ai 70 giovani che seguono il corso vocazionale “Samuel”. Viene in anticipo, ascolta con interesse un’ora di lezione di P. Emmanuel sulla vocazione degli Apostoli, poi una bellissima testimonianza di Dominic Rozario, che ha scoperto la sua vocazione accogliendo – dopo dodici anni di lotta – il figlio gravemente inabile e incapace di comunicare. Tocca a lei: “Per me, musulmana, queste sono cose bellissime. Ma avete parlato più volte di “vocazione”, e non so se ho ben capito che cosa intendete. Certo, pensare che Allah che mi chiama e mi dà un compito è molto bello, ma forse per me è troppo alto, e temo di sbagliare. Mi avete fatto riflettere: come spiegare con parole semplici quello che chiamate “vocazione”? Ho pensato che la passione per i bambini di strada per me è come la droga per una persona che ha iniziato a prenderla. Da quando li ho incontrati, sento come una forza irresistibile che mi spinge a cercarli, a voler loro bene, a prendermene cura. Anche quando ho trascorso pochi mesi a Roma, dopo qualche giorno sono finita… ad aiutare le suore di Madre Teresa la domenica. Sì, possiamo essere “drogati” da cose che ci fanno male, o da cose buone. Allah mi ha fatto provare la droga della compassione…”

Autocoscienza

Mi telefona Padre Ajit, un caro amico responsabile della comunità formativa degli Oblati di Maria Immacolata a Dhaka, e di una cappella molto attiva per la cura pastorale del quartiere e degli slum vicino all’ambasciata Americana. “Ho bisogno di aiuto, non riesco a trovare nessuno per un programma con gli anziani del quartiere, il prossimo 18 settembre.” “Posso darti una mano? Devo celebrare la Messa?” “No, viene il vescovo Linus.” Ha 89 anni, quindi e’ in tono. “Allora?” “Allora mi serve qualcuno che dia una breve testimonianza su come vive serenamente la sua eta’ anziana. Ho trovato una mamma di famiglia, una suora, ora invito pure pure te…” Eh già, lo sapevo, ma ora è più chiaro che gli anziani non sono quelli nati prima di me, ma quelli della mia età. Mi rallegra il “serenamente”, e credo che p. Ajit abbia visto giusto, grazie a Dio.

Terrore

Nel mese di agosto gente di villaggio dell’area di Bandarban (Chittagong Hill Tracts, sud del Bangladesh) ha sorpreso 7 persone che stavano portando via due ragazzi, e ne ha bloccate 5. Consegnate alla polizia, hanno confessato che intendevano portare i ragazzi in una clinica in India, per trapianto di organi, fornendo pure indirizzi e nomi delle persone coinvolte. Grande preoccupazione in tutta l’area tribale, vigilanza notturna nei villaggi, rabbia. A Chittagong e dintorni si sparge la voce che qualcuno decapita bambini per collocarne le teste alla base del nuovo ponte in costruzione (e prossimo all’inaugurazione) sul grande fiume Karnafully. Molte persone vengono picchiate dalla folla con l’accusa di aver decapitato bambini, tre o cinque (secondo diverse versioni dei giornali) vengono uccise a botte, fra esse un’anziana mendicante. Non si trova nessuna testa.

Canapa

Pare che quest’anno le enormi nuvole che i venti monsonici spingono sul continente siano state mandate tutte sul Pakistan e sulla Cina, provocando i disastri che conosciamo. Nel sud ovest del Bangladesh piove ogni tanto, però si tratta solo di brevi rovesci e piovaschi. Mantengono verdi prati e campi, ma a metà agosto ancora l’acqua non si accumula a formare riserve sufficienti per la stagione asciutta. Il raccolto della juta (canapa) è stato abbondante; ora le lunghe canne tagliate devono essere immerse nell’acqua per molti giorni perché marcisca lo strato esterno e si possa sfilare la fibra dalla leggera canna interna. Negli stagni e nei canali troppo bassi, la juta rovina la scarsa acqua, e muoiono i pesci – risorsa principale di questa stagione.

Vacanze

Assolutamente inattesa la vacanza di venti giorni che il governo ha deciso all’improvviso di imporre a tutte le scuole del paese, anche a quelle private. Sommate alle vacanze già in calendario per la fine del Ramadan, danno agli studenti e agli insegnanti quasi 40 giorni liberi. Il motivo ufficiale è: alleggerire il traffico di Dhaka durante il mese santo, quando le strade diventano frenetiche qualche ora prima dell’iftar, rottura serale del digiuno, e la gente viaggia molto di più per fare spese o per andare a trovare parenti. Molti brontolano che il traffico non c’entra per nulla, e il vero motivo sarebbe un altro. In questo periodo, i principali leader del partito Jamaat-ul-Islam sono sotto processo per crimini di guerra, decine di fondamentalisti vengono arrestati ogni settimana, è in corso il procedimento per tornare alla Costituzione originale del Bangladesh, che era secolare. Dando maggior valore al mese del Ramadan, il governo vorrebbe tranquillizzare i religiosi moderati, forse preoccupati della prospettiva secolarista.

Razionamento

La campagna di governo e media per lasciare benzina e gasolio e passare al gas compresso ha dato frutti. Ora moltissimi veicoli di ogni genere, e tutti i tricicli a motore funzionano a gas. I distributori sono spuntati come funghi ovunque. Le fabbriche, per rimediare alle continue interruzioni dell’erogazione dell’energia elettrica, si sono dotate di generatori a gas; in tutte le case di Dhaka arriva il gas per cucinare. E ora il gas scarseggia per tutti. Il governo ha deciso che durante il Ramadan i distributori si fermino dalle 3 del pomeriggio alle 9 di sera, così si potrà cucinare in santa pace il pasto della sera, dopo la lunga giornata di digiuno, e mangiare alla luce delle lampade elettriche.

Sassi

Il Bangladesh sta scoprendo i sassi. Terra sabbiosa o di creta, fertile, nei campi non si trova un sasso neppure a pagarlo. Per averne bisogna comprarli all’estero, o da una miniera recentemente scoperta nel nord ovest. Se ne vedono sempre di più in città, usati per dare maggiore consistenza a strade e costruzioni, e anche perché avere sassi in giardino significa essere benestanti.  C’è chi, per renderli più decorativi, vernicia diligentemente con colori sgargianti grossi ciotoli di fiume, e poi li mette ai piedi degli alberi. Sembrano caramelloni in attesa di golosi…

Sfogo

“Sono stufo della  mia religione!” Sbotta un giovane che viene ogni tanto a curiosare durante le celebrazioni della domenica al seminario. E’ musulmano devotamente praticante, ma qualcosa gli è andato storto. “Più che bugiardi, ladri e violenti non si trovano.” “Calma – gli dico – lo sai che non è vero, io conosco e anche tu conosci molti musulmani buoni e onesti.” “Sì, qualcuno, ma molti no. E poi, due più due fa quattro: la mia esperienza personale è che finora ho incontrato molti cristiani ottimi e pochi musulmani decenti. Non verrebbe anche a te voglia di apprezzare Gesù più di Maometto? Ma, se lo volessi, neppure potrei farmi cristiano, perché i peggiori dei nostri me la farebbero pagare, anche con la vita…”