Dopo quasi nove anni nel seminario nazionale di filosofia e teologia, dove si formano tutti i preti del Bangladesh, da gennaio ho traslocato. Al mio posto è venuto un giovane diocesano di Dhaka, P. Stanley Chonchol Costa, e con lui lo staff che dirige il seminario è ora formato tutto da bangladeshi.
Mi accoglie la parrocchia “Regina degli Apostoli” nel quartiere Mirpur 2. Costruita una quindicina di anni fa come sotto-centro della parrocchia di S. Cristina, fondata dal PIME, la chiesa era quasi isolata. E’ stata rapidamente circondata e quasi soffocata da innumerevoli edifici ed è diventata punto di riferimento dei cristiani che vengono in città per lavoro. Quanti siano è difficile dirlo, dispersi come sono in questi quartieri popolari densissimi. Tre anni fa il PIME ha consegnato S. Cristina alla diocesi, e ha assunto la responsabilità di Regina degli Apostoli, a sua volta eretta a parrocchia, che ha già un altro grande sotto-centro nella zona industriale di nord-ovest, pensato specialmente per gli operai.
La popolazione, cristiana e no, è molto fluttuante: le famiglie si muovono spesso alla ricerca di case a costi meno alti, e naturalmente il movimento va verso la periferia.
Parroco è P. Paolo Ballan del PIME, aiutato da P. Chonchol Brian Gomes, diocesano che fino a due anni fa era mio alunno. Io darò una mano, continuando ad insegnare in seminario due giorni la settimana.
Archivio mensile:Febbraio 2011
Liberalità
Gli abitanti del Bangladesh sono per l’85% musulmani.
Durante l’anno sono riconosciute come vacanze civili alcune feste islamiche, due o tre feste indù, una festa buddista e una cristiana, il Natale.
A scuola la religione è obbligatoria, e ogni gruppo religioso può fornire i suoi insegnanti. Se non c’è insegnante, si può dare al Direttore un test, da sottoporre agli studenti (foss’anche uno solo) al momento degli esami. Verrà corretto e valutato da un altro insegnante, anche se di religionre diversa.
Le conversioni – anche dall’Islam – sono permesse, dopo aver ottenuto un nulla osta notarile che dichiara trattarsi di una scelta libera e responsabile.
Non ci sono ostacoli legali alla costruzione di chiese o all’avvio di attività sociali da parte delle religioni di minoranza.
Ogni anno, in occasione di questa o quella festa, islamica o no, non pochi quotidiani e riviste pubblicano commenti e spiegazioni sull’argomento.
Ogni tanto si fanno sentire fondamentalisti e fanatici, anche violenti; ma queste sono le regole, e il clima generale.
Coppa
Il Bangladesh – insieme a India e Sri Lanka – ospita quest’anno la coppa del mondo di cricket – sport sempre più popolare, fino a far concorrenza al football. Lavori stradali febbrili svolti sotto il controllo dell’esercito per evitare qualsiasi resistenza di ambulanti sloggiati, proprietari di costruzioni abusive distrutte, operai messi a rischio per fare in fretta. Nelle strade principali speciali orologi mostrano la conta alla rovescia: quanti giorni, ore, minuti, secondi mancano all’inizio del glorioso evento. Lo sponsor Gramminphone, la maggiore compagnia telefonica del paese, invita a comprare magliette e cappellini della nazionale pagabili attraverso il cellulare, ed esorta a pregare Allah per la vittora della nazionale.
Elezioni
12 gennaio, elezioni comunali, le Autorità hanno ordinato la chiusura delle attività – fabbriche, negozi, uffici, scuole. Vado a piedi verso il centro di Dinajpur, nel primo pomeriggio. A destra e sinistra della larga strada migliaia di cartelli elettorali tutti uguali, quattro o cinque file di festoni appesi a cordicelle tese da un palo elettrico all’altro. La legge impone stesso formato per tutti: pressapoco come una pagina di tabloid. Tutti in bianco nero, con la foto del candidato, il nome, il simbolo prescelto. Vedo un cervo, un vaso da fiori, una mela, un ananas, un televisore, un battello, un pallone da football, un pestello, un calamaio, una bicicletta, una pompa da pozzo, un secchio… Quasi due muri di fogli sventolanti. Circolano solo pochi autobus interurbani e i riksciò. I candidati hanno offerto ai loro sostenutori un pacchetto con il pranzo in cambio della loro presenza in strada: lungo tutto il percorso centinaia di persone, per lo più giovani ma anche adulti, donne, bambini indugiano, commentano, passeggiano ostentando appesa al collo la foto del loro candidato, si assembrano davanti ai seggi elettorali per commentare, applaudire, semplicemente chiacchierare. Pochissime forze dell’ordine. Poche discussioni, l’aria è pacifica, festiva – disturbata solo dal gran freddo che fa soffrire tutti ma non scoraggia del partecipare. Vincerà il candidato “ananas”.
Dubbi
Momento di condivisione ad un incontro ecumenico. Un Battista racconta che un amico cattolico lo ha invitato ad assistere alla Messa e a ricevere la Comunione. “Non sapevo che la Chiesa Cattolica lo proibisce, e il mio problema era un altro: io non credo nella “presenza reale”, come vado a ricevere l’Ostia? E d’altra parte, come dire di no all’amico senza offenderlo?” Racconta di aver passato alcune ore di vera angoscia: “Sudavo e non sapevo che cosa decidere. Poi ho pensato: e se fosse vero? Se non lo è, niente di male, mangio un pezzo di pane benedetto; se lo è, questa forse sarà l’unica occasione della mia vita per ricevere Gesù in me. Ho ricevuto la Comunione tutto contento…”
Lembi di terra
Le acque del grande fiume Jamuna durante la stagione fredda calano, lasciando emergere isole e isolette. Alcune sono stabili, e già possesso – almeno di fatto – di qualcuno che, scesa l’acqua, subito vi pianta riso, verdure, costruisce precarie capanne per pescatori, porta mucche a pascolare. Altre sono nuove, ogni anno in posti diversi. Appena affiorano, ancora coperte da un velo d’acqua, già qualche poveraccio senza terra s’avventura fino là su barchette, e si affanna a trapiantarvi il riso, magari su pochi metri quadrati. Il giallastro dell’acqua è interrotto da brillanti lembi di verde tenero, che poi verrà custodito e difeso con le unghie e con i denti, fino al sospirato raccolto. Se non arrivano piogge fuori stagione a portar via tutto, o bande organizzate a falciare e rubare il riso appena maturato.