Era il 1905 quando un pio musulmano di Kolkata, addolorato per i frequenti scontri fra indu e musulmani, con morti ammazzati abbandonati in strada, fondò la Anjuman Mufidul Islam, organizzazione di volontari che si prestavano a dare sepoltura religiosa ai musulmani uccisi. L’opera si assunse poi il compito di prendersi cura di qualunque salma non identificata o abbandonata negli obitori, dalla polizia, o altrove, senza discriminazione religiosa. Esiste ancora oggi, e si è estesa ad altri compiti caritativi, inclusa la distribuzione di abiti e altri beni raccolti come “zaqat” (l’elemosina legale, uno dei 5 precetti dell’islam), un orfanotrofio ottimamente organizzato e condotto, e molto altro. “Una sera, i mendicanti di un quartiere di Dhaka si sono radunati – racconta l’ex presidente Kibria – hanno messo insieme quanto raccolto nella giornata e l’hanno donato a noi, dicendo: sappiamo che quando abbiamo bisogno possiamo contare su di voi. E’ stato per me l’incoraggiamento più bello a continuare bene il mio servizio”. Un dato incoraggiante: 5 anni fa si raccolsero 2.000 salme abbandonate nella sola Dhaka; l’anno scorso sono state poco più di mille.