Dopo 7 anni di pausa, torno per un breve corso di teologia ai seminaristi dell’anno di spiritualità: sono 47, provenienti da tutte le 16 diocesi del Myanmar. Nel frattempo i media ci hanno parcamente informato che il regime militare ha allentato un po’ i freni, ci sono state elezioni per un parlamento dove la maggioranza dei membri non viene eletta, si profilano prudenti cambiamenti verso maggiore libertà, rispetto per le minoranze politiche e etniche. Alcune aree di guerriglia sono state pacificate. Aung San Su Kyi, liberata da anni di custodia domiciliare, gira e fa politica, ma non partecipa alle elezioni presidenziali perché una clausola impone che non solo i candidati, ma tutta la famiglia siano cittadini birmani. Guarda caso, il defunto marito di lei era inglese. Sembra che sia amata, ma non idolatrata: se non diventa presidente, pazienza, ora la porta è aperta per scegliere qualcuno che faccia bene.
Archivio mensile:Settembre 2014
Latino
Anni fa, nella mia posizione di cappellano semiufficiale degli stranieri che frequentano la chiesa del seminario a Dhaka, il coro mi chiese con insistenza di imparare qualche canto gregoriano. Mi diedi da fare con il Pater Noster e la prima difficoltà fu aspettare che il chitarrista, dopo molti ostinati tentativi, si persuadesse che non poteva accompagnarlo ritmandolo alla chitarra. Dopo la sua resa sconsolata e un po’ offesa, la preparazione procedette speditamente e arrivammo alla prima volta, durante una Messa domenicale. Stupore, compiacimento, complimenti… ma dopo altre due o tre volte, il chitarrista si prese la rivincita e a ritirarsi fu il canto Gregoriano, presto dimenticato.
In Myanmar, al seminario maggiore che raccoglie i seminaristi di tutto il Paese, due volte la settimana Messa, Rosario e altre preghiere sono in latino. Mi dicono che in alcune diocesi la gente sa cantare la Messa in Gregoriano (per la precisione la Messa “De Angelis”, e se i lettori giovani non sanno che cosa sia, peggio per loro!) Ci tengono, perché usandolo si sentono parte della tradizione universale e non piccolo gruppo isolato fra i monti. Ci restano male, se vengono a sapere che l’universalità del latino non c’è più…
Sulla qualità del canto, non mi pronuncio. Ma il problema non riguarda solo il Gregoriano!
Messaggio 3
Il “bicchier d’acqua” di Naomi (cfr. Scheggia “Messaggio” del 16 giugno, e “Messaggio bis” dell’ 8 agosto) ne ha fatti arrivare altri, anche telefonici, fra i quali ne scelgo due.
10 agosto 2014 – Carissimo, non scrivo mai ma stavolta lo devo fare. Ho appena finito di leggere il tuo Messaggio Bis. Mi sono commosso, perché è così vero.
Accettare che a una certa età bisogna essere capaci di chiedere aiuto, e lasciare che altri ci diano una mano, è una lezione che sto imparando ogni giorno. La verità è che spesso mi arrabbio perché non riesco a fare quello che ho in testa. Mi mancano proprio le forze fisiche. Specialmente nel lavoro con i bambini e nella campagna. Non riesco più a lavorare tutto il giorno con loro o a salire sul trattore senza tirarmi su con una corda. Da ridere, spesso. Ma è anche bello. Rido di me stesso quando devo inventare qualcosa che mi aiuti a fare dei lavori che prima facevo senza pensare. I bambini hanno cominciato a chiamarmi “papa” – nonno in dialetto locale. Prima ero Mr. Gigi. Fantastico. Gli anziani invece mi chiamano ” Uncle” – segno di rispetto. Tirem innanz.
8 agosto 2014 – Caro padre Franco, che bella questa scheggia!
Davvero dovremmo imparare a stimare di più la fragilità a cui quasi tutti, prima o poi, in qualche modo andremo soggetti, e le persone che la vivono già sapendo che, come dice l’apostolo, quando sono debole, è allora che sono forte! (2Cor 12,10).
E’ davvero triste che ci siano persone (io pure ne conosco), magari anche impegnate nella carità verso questi nostri fratelli, ma che pensano che la loro vita, in fondo, non sia degna di essere vissuta; eppure la storia umana dovrebbe averci ben insegnato le conseguenze pratiche di questo modo di pensare! (…) Pace e Bene! Mario
Grazie a tutti! A Mario chiedo scusa: mi ha dato pure l’indirizzo di un sito dove entrare per trovare conferma di quanto scrive, ma non ci sono riuscito: misteri della navigazione in internet… A Gigi suggerisco d’inventare il gioco “Mettiamo il nonno sul trattore”, con ricchi premi per chi riesce a issarlo più in fretta, ma con la dovuta delicatezza, per non danneggiare il nonno stesso…
Ispirazione
Da un anno p. Adriano lavora in una parrocchia che non conosco. In occasione di una sosta a Bangkok vado a trovarlo; ma quando arrivo, sta per uscire: “Devo incontrare alcune persone, vieni con me, poi ti riporto a casa.” “Mi dispiace, ma non ho tempo, devo preparare il corso sul mistero di Cristo…”. Adriano taglia corto: “Per il corso su Gesù, i piccoli ti ispirano meglio dei libri, vieni!” Ma come? Il mio corso è una cosa seria, va preparato bene! Seguo Adriano brontolando fra me e me. Si ferma a salutare un branchetto di ragazzi che giocano lungo un canale. “Sono buddisti – mi dice. Vengono in parrocchia il sabato pomeriggio per qualche ora di doposcuola; poi leggiamo e commentiamo un pezzetto di Bibbia; sembra che piaccia.” Segue lungo colloquio con un giovane disoccupato perché mandi i figli a scuola, poi visita a una vedova che stirando mantiene due nipoti, perché figlio e nuora sono in galera. La gente ci guarda, commenta, qualcuno saluta…
Ci spostiamo in riva al fiume. Seduto su un tavolo in mezzo a barche in riparazione, un anziano magro, magro accoglie Adriano con entusiasmo e racconta animatamente: “Stanotte sono stato molto male, il cuore faceva ‘huef, huef…’ Volevo chiamare, non riuscivo a parlare. Allora ho ricordato quello che mi hai detto, che Dio è padre, e ho detto il Padre nostro. Vedi che sto bene?” “A noi sembra scontato, mi spiega Adriano, ma incominciare a credere che Dio è nostro Padre porta una rivoluzione nelle persone. Per ora ha imparato solo questo, ma vedi com’è contento?” Poi continua: “L’altro giorno, con alcuni ragazzi e adulti del quartiere, abbiamo letto in un salmo: Grandi sono le opere del Signore. Ho chiesto: secondo voi, quali sono queste grandi opere del Signore? Lunga pausa, poi arriva la risposta: quelle che fai tu.”
Eccola qui l’ispirazione per il corso sul mistero di Cristo…
Non partirò spiegando Gesù e i suoi tempi, ma dicendo che il mistero è qui, oggi: perché quest’uomo viene dall’Italia alla Thailandia a cercare quattro mocciosi senza futuro, a dar tempo a un fannullone, ad ascoltare cosa pensano alcuni analfabeti? Dice che lo fa per seguire Gesù. E come avvenne per Gesù, il suo fare e dire rimandano oltre. Le “grandi opere di Dio” sono certo gli oceani e i cieli, ma più ancora sono quelle di un Nazareno figlio di falegname che si china sui bimbi, perdona le prostitute, tocca i lebbrosi, capovolge i nostri criteri di giudizio, si lascia crocifiggere pregando per chi lo uccide. Il “mistero di Cristo” è lì, nel suo proporci un Dio diverso e nel nostro crederlo presente proprio in Lui. Senza saperlo, è questo il Dio di cui sentiamo il bisogno, non una brutta copia ingigantita delle nostre storture. Oggi, come tanti, tanti anni fa.