Shundori (Bella) ha quindici anni, sta studiando – con un po’ di fatica – in seconda elementare, viene da Bhutahara, un villaggio di Orao dove da qualche anno p. Emilio ha fondato una missione. Sta con noi a Snehanir, perché dalla nascita ha i piedi storti e non cammina. A casa si spostava gattoni, appoggiando a terra non il palmo ma il dorso delle mani su cui s’è formato un callo; piegandoli all’interno, ha finito per stortare anche i polsi, ma questo non le impedisce di usare le mani benino e anche di fare lavoretti di artigianato. Ora ha una carrozzella su cui la portano a scuola, e si trova molto bene in comunità.
Credendo di fare una cortesia, ero andato a trovare la famiglia, trovando un’inattesa atmosfera di gelo. P. Emilio ci aveva detto: “State molto attenti a tenere i rapporti con la famiglia: sono hindu tradizionalisti, non volevano lasciar andare Shundori a Snehanir, ma lei ha insistito. Sono sospettosi e ostili. Non sono mai andati a trovarla…”
Il mese scorso, suor Dipika l’ha accompagnata a Khulna, dove ogni anno, per una ventina di giorni, un gruppo di ortopedici italiani visita e opera, nell’ospedale S. Maria, dei missionari Saveriani con le Suore di Maria Bambina. I medici hanno detto che Shundori, se operata, potrà rizzarsi in piedi e camminare. Possono operare subito, oppure l’anno prossimo; costo totale, simbolico, 10 euro. Abbiamo avvisato il fratello maggiore che sta a Rajshahi e a sua volta ha avvisato i genitori. P. Emilio ha parlato con loro. Il giorno dopo, la sentenza del papà: “Niente operazione: è nata così, viva così.”