Depositati

Muhammad Nasar è un ingegnere di 28 anni, con un buon posto di lavoro vicino a Chittagong. Nove anni fa suo padre, che gestiva una piccola farmacia, si ammalò gravemente e rimase a lungo in ospedale prima di morirvi. Fu allora che Nasar, mentre  si prodigava per accudirlo, si rese conto delle condizioni in cui si trovano i pazienti “sconosciuti” nel “Medical College” di Chittagong. Vittime di incidenti, risse, malori e altro, vengono depositati sul pavimento di una corsia, senza che nessuno si prenda cura di loro, neppure per una prima medicazione; nessuno che avverta i parenti, quando il ricoverato non è in grado di parlare e farsi valere. Nasar incomincia ad accostare uno di loro, poi un altro, e un altro ancora… si dà da fare “costringendo” infermieri e medici a prenderli in considerazione, chiama i famigliari, si entusiasma quando vede un miglioramento, una guarigione… Nell’ospedale si sparge la voce che da qualche parte c’è un giovane che  si occupa degli abbandonati, e le richieste di aiuto si moltiplicano. Medici e polizia, insospettiti, pensano che si tratti di un ladro o ci sia sotto qualche imbroglio; ma poi incominciano a fidarsi, e ora loro stessi lo cercano quando arriva qualche paziente senza aiuti. Lui continua, mettendoci energie e tempo dalle 6 del pomeriggio, appena finisce il lavoro, fino alle 11 di sera. Il suo sogno è vedere qualcun altro che prende a cuore, disinteressatamente, queste persone che soffrono; ha aperto un website per facilitare l’identificazione dei pazienti, e incoraggiare chi vuol fare qualche cosa. www.mdnasar.org