Onestà atea

L’uomo, musulmano praticante, è un buon medico che pian piano sta salendo nella carriera all’interno dei programmi governativi. Gli propongono un periodo di esperienza e formazione in Corea del Nord e lui va in crisi. Gli piacerebbe, ma non sa come potrà stare in un Paese totalmentte ateo, senza moschee, dove non si può pregare in pubblico, e non sai che cibo ti servono, se permesso o proibito… Alla fine ritiene in coscienza di poter andare, e per le osservanze religiose farà del suo meglio. Arriva all’aeroporto di Pyonyang e prende un taxi. Dopo un lungo tragitto in assoluto silenzio, il tassista si ferma e con un faticosissimo inglese spiega che per proseguire ci sono due possibilità: la strada A è più lunga e il tassametro segnerà un prezzo più alto; il tragitto B è più breve e veloce, ma si tratta di un’autostrada e bisogna pagare il pedaggio. Lui non sa quale delle due costi meno, scelga il cliente la via che preferisce. L’uomo rimane trasecolato. Ci pensa bene, sceglie l’autostrada, paga il pedaggio, paga l’autista, Ma non smette di pensarci. “Io sono musulmano, vivo in un Paese musulmano, e sono sicuro che in un caso simile il tassista musulmano mi avrebbe succhiato una barca di soldi fingendo di farmi un favore. Quest’uomo è un ateo che vive in un paese ateo, nessuno lo controllava, e mi ha trattato onestamente… Ma che diavolo succede?” Quando torna a casa, racconta la storia agli amici, che rimangono pure loro colpiti. Pochi giorni fa, lui e una cinquantina di colleghi medici e impiegati del governo hanno pubblicamente preso un impegno solenne a non approfittare della gente e della loro posizione professionale, e non imbrogliare.