“Buon ferragosto”, mi saluta al telefono un’amica dall’Italia. La deludo dicendo che qui – incredibile ma vero – il Ferragosto non c’è.
Non c’è, tuttavia il quindici di agosto non è affatto un giorno qualunque: in Bangladesh è giornata di lutto nazionale, perché in quella data, nel 1975, il padre del Bangladesh, Mujibur Rahman, venne ucciso e con lui 14 parenti e persone del servizio. Le commemorazioni si fanno più solenni e organizzate ogni anno. Ma il 15 di agosto, il partito d’opposizione festeggia. Come mai? Non può non farlo – nonostante il dolore per la morte del 1975 – perché 74 anni fa in quella data nacque una bimbetta che divenne poi l’attuale capo dell’opposizione che, fra i 25 o 26 capi d’accusa per cui è in carcere da sei mesi, ha anche quello di “falsificazione della data di nascita”. Non sarebbe nata il 15, ma si sarebbe inventata quel compleanno per poter legittimamente esimersi dal dovere nazionale di essere addolorati e far festa con i membri del suo partito.
Archivio mensile:Settembre 2018
Dove andiamo? (2)
Ultimi giorni di luglio. Sul bordo della strada che mena all’aeroporto, una ventina di studenti delle superiori aspetta l’autobus. Il quale arriva, come sempre, per non perder tempo, non si ferma del tutto, e meno ancora sul bordo, ma in mezzo alla strada e costringe gli studenti a schizzare in avanti per salire. Arriva un altro autobus della stessa compagnia, come al solito sorpassa sulla sinistra (qui la guida dovrebbe essere sulla sinistra, quindi il sorpasso dovrebbe essere sulla destra), travolge i giovani uccidendone due e ferendone gravemente nove. I testimoni diranno poi che i due autobus, più un terzo, stavano facendo una corsa fra loro per raggiungere prima i punti di imbarco dei passeggeri. In un baleno la notizia corre fra le numerose scuole della zona e gli studenti s’infuriano. Bloccano la grande strada, vandalizzano bus e auto, picchiano alcuni autisti. Sembra una fiammata di rabbia come spesso ne avvengono, ma gli studenti dichiarano di averne abbastanza, e nei giorni seguenti inventano un’originalissima forma di protesta. Si distribuiscono in alcuni punti chiave di Dhaka e altre città, per dirigere il traffico secondo le regole. Fermano i mezzi, esigono di vedere le patenti e altri documenti, se non sono in regola fanno parcheggiare il mezzo e mandano a piedi l’autista (con i passeggeri); fanno osservare i semafori, rispettare gli stop… cose incredibili! Dapprima, quasi tutti sorridono, e la gente incoraggia i giovani, offrendo gelati e applausi. Il governo promette “punizioni esemplari” agli autisti indisciplinati, ma le leghe degli autotrasportatori non gradiscono e proclamano uno sciopero. Primi pestaggi. Tornano le “squadracce”, questa volta meglio camuffate per far finta di non essere chi sono. Attacchi, in qualche caso contrattacchi degli studenti – e/o degli infiltrati. Il governo invita gli studenti a tornare alla disciplina di prima (!?!); proclama anche una “Settimana del traffico” in cui gli agenti della strada faranno pubblicità alle regole e saranno severissimi. La Primo Ministro visita in ospedale i feriti – solo quelli del suo partito. Anche per questo movimento, accuse di strumentalizzazioni, diffusione di notizie false, e di post “provocatori” e antigovernativi. Ripartono gli arresti. La protesta si disperde e spegne. Il traffico torna “normale” e i morti si contano di nuovo come prima.
La diffusione di notizie false è reato punibile, da qualche tempo (la falsa testimonianza in tribunale non lo è…). Per criticare il governo, bisogna parlare di errori e comportamenti negativi. In altre parole, per criticare il governo bisogna diffondere notizie false – reato punibile. Ma perché inventare notizie false? Certamente perché “some vested quarters” (alcuni particolari ambienti) hanno interesse a farlo, interessi biechi. Anzi, non c’è dubbio che facciano parte di complotti per distruggere la democrazia e per fare spazio ai nemici della patria, quelli che si sono opposti all’indipendenza. Ma questo è inammissibile, e chi lo faccia, fosse pure un’attrice famosa che difende gli studenti, o un fotografo rinomato nel mondo, o un luminare degli studi legali, che ha combattuto per l’indipendenza, va duramente perseguito.
Finalmente
In Bangladesh le “vocazioni” sono asimmetriche: relativamente numerose quelle maschili, per diventare preti diocesani o religiosi (Santa Croce, Oblati di Maria Immacolata, Terz’Ordine Regolare di S. Francesco, Gesuiti, Salesiani… anche al PIME va qualche briciola), in calo quelle femminili, che contano parecchie congregazioni di origine straniera e tre di origine locale. Le Missionarie dell”Immacolata, qui note come “PIME Sisters”, hanno avuto una buona crescita, ormai le straniere sono uno sparuto piccolo resto; ma ultimamente la sorgente sembrava asciutta: da sette anni nessuna giovane pronunciava i primi voti. Finché, recentemente, le Suore hanno rispolverato i libri con la celebrazione liturgica, lucidato a specchio la chiesa parrocchiale di Mirpur, decorato in tanti modi, abbondato con fiori e collane di fiori, preparato per bene canti e danze, prenotato un pranzo con i fiocchi – tutto con il massiccio aiuto dei giovani della “Comunità formativa del PIME” (comunemente chiamati “seminaristi”). Poi, il 15 agosto, Cecilia, Happy e Merina hanno posto fine alla carestia, pronunciando i voti ed entrando nell’Istituto missionario. Auguroni!