Monga è il nome di un fenomeno annuale che colpisce le regioni nord occidentali del Bangladesh. Terminato l’inverno, consumato il riso del precedente raccolto e non ancora maturo quello seguente, i braccianti rimangono senza lavoro e senza cibo. Si spargono per il Paese in cerca di lavoro, e le famiglie a casa cercano di sopravvivere. Non è una vera carestia, è – appunto – monga.
Quest’anno s’è sperimentata una nuova qualità di riso che matura in anticipo, la cui produzione costa meno, si vende a prezzo più alto – persino la paglia vale di più in quel periodo dell’anno. Il raccolto precoce permette di liberare il terreno per coltivare le verdure invernali, o patate, granturco, frumento. Sconfiggerà il monga?
Archivio mensile:Ottobre 2008
Fuggitivo
Ali Ahsan Mohammad Mojahid, segretario generale del partito islamico Jamaat-el-Islam, è stato accusato in un complesso caso di corruzione relativo ad estrazione di carbone a Barapukuria. L’Alta Corte ha emesso un mandato di arresto il 6 ottobre. La polizia ha subito fatto irruzione nella sua abitazione, senza trovarlo. Tornata più volte per eseguire il mandato d’arresto, ha poi dichiarato che proprio non riusciva a catturarlo. Nel frattempo Ali Ahsan Mohammad Mojahid partecipava a riunioni di partito, manifestazioni di sostenitori, dibattiti pubblici, e i giornalisti lo trovavano ovunque. Il 15 ottobre i principali quotidiani pubblicano una sua fotografia mentre, a fianco del primo ministro e tre altri ministri, partecipa ad un dialogo fra il governo e il suo partito a proposito di come organizzare le elezioni.
Banconote
La festa dell’Id (o Eid) è occasione per tornare al villaggio, dove nipoti, cugini, fratelli e sorelle minori aspettano con impazienza il parente importante, che lavora in città. Non arriva a mani vuote, ovviamente. Regalini vari, e specialmente una mancia proporzionata all’età: 2 taka ai piccolissimi, 5 sopra i 5 anni, 10 per i decenni, 20 per i dodici-tredicenni, e via salendo. Non sono una grande somma, ma se la si offre in banconote nuove fiammanti invece che con le solite banconote sporche e strapazzate… vale di più. Ecco allora la corsa ai cambiavalute festivi, che con previdenza hanno ritirato in banca buoni mucchietti di soldi nuovi. La tariffa è la stessa che praticano i mendicanti, mediamente il 10%, cioè otto taka spicciole in cambio di una banconota intera da 10. Per l’Eid sono 10 taka sporche e logore in cambio di 8 nuove. Se poi si arriva all’ultimissimo momento, non si sfugge alla legge di mercato: solo 7, o 6 taka nuove in cambio di 10 vecchie.
Fallimento?
Molti dicono che il governo provvisorio sostenuto dai militari, che doveva ripulire il paese dalla corruzione e organizzare elezioni decenti, ha fallito. Partiti aggressivi come prima, corrotti in libertà, confusione e incertezza. Ma è proprio un fallimento? Quando questo governo prese il potere, l’11 gennaio 2007, qualcuno aveva intuito che forse gli obiettivi erano: evitare che la coalizione guidata dal BPN (partito nazionalista di centro destra, alleato con due partiti islamici) rimanesse al potere con elezioni troppo palesemente truccate che avrebbero infuriato la gente e screditato il Bangladesh; impedire comunque alla coalizione guidata dall’Awami Leage (centro sinistra, secolare, alleata con partitelli marxisti) di vincere le elezioni sull’onda della rabbia popolare per le malefatte del BNP; ripulire il BNP dai più corrotti, cioè dalla parte giovane guidata dal figlio della Primo Ministro Khaleda Zia; scompaginare l’Awami League; organizzare elezioni che riportassero al potere il BNP e i partiti musulmani in modo accettabile. Pare che stia avvenendo proprio così. Khaleda Zia ha subito un anno in carcere, uscendo pimpante e aggressiva grazie a un’improvvisa raffica di concessioni fatte dalla magistratura, e ha ripreso in mano il BNP; il figlio Tareque, causa prima della corruzione del partito, dopo 18 mesi di prigione è uscito pure lui, è andato all’estero per cure promettendo di non tornare almeno per tre anni, nessuno potrà più dire che la madre è succube del figlio mascalzone; i partiti islamici alleati del BNP non sono stati toccati; la presidente dell’Awami League, Sheikh Hasina, ha ancora tutte le accuse addosso, sta in USA e forse non potrà tornare; l’Awami League è sotto il tiro dei giudici e annaspa senza una leadership. A questo punto, sono state indette le elezioni, per il 18 dicembre. Ma tutto può ancora cambiare…
Piccoli
Scarmigliata, vestita con le sole mutandine, una bimba sui dieci anni cammina decisa e veloce lungo la strada semideserta, la mattina presto. Scruta attentamente ogni metro del marciapiede, ogni angolo, ogni mucchietto di foglie e immondizie e – senza fermarsi – indica i pezzetti di carta o di plastica che riesce ad adocchiare alla piccola truppa che la segue. I marmocchi, sui 5 o 6 anni, corrono a prenderli e li mettono nel sacco sporco e logoro che lei porta in spalla. Bisogna fare in fretta, prima che arrivino troppe auto, o qualche poliziotto li cacci via. “Vi dico che i loro angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli” (Mt 18, 10)
Apnea
Fatti i dovuti calcoli astronomici, e preso atto che la prima fettina di luna sarebbe apparsa all’orizzonte dopo il tramonto del 29 settembre, in molti paesi islamici hanno fissato la festa di chiusura del Ramadan il 30 settembre. Ma la maggioranza dei Bengalesi segue un comitato che non si fida dell’astronomia, vuole vedere con i propri occhi. Aveva calcolato come data quasi sicura il 1° ottobre, invece la sera del 30 settembre la luna non s’è vista, e verso le 20 hanno diffuso la notizia che la festa è rinviata di 24 ore. Tutto pronto, acquisti fatti, prelibatezze cucinate, affollatissimi e faticosissimi viaggi al villaggio d’origine completati, amici e parenti invitati… e si fa ancora un giorno di digiuno. Pare che tutta la città sia in apnea. Traffico fermo, strade libere, silenzio, passanti e mendicanti scomparsi – ma l’aria di festa non c’è: bisogna aspettare questa sera, quando si sarà certi al 100% che la luna ce l’ha fatta ad arrivare. Allora domani il sollievo e la gioia saranno davvero grandi! Le strade fioriscono di abiti nuovi, ragazzini e adulti con cappelli e camicie ricamati s’affrettano alle piazze dove si tengono le grandi riunioni di preghiera. Id Moubarak a tutti.
Adozione
Nata nell’estremo sud, 18 anni, carina, appartiene al gruppo aborigeno dei Tripura, che ha tratti mongoli. Perde il papà quando ha tre anni. La mamma si risposa e da quando arrivano figli nel secondo matrimonio, i tre figli del primo iniziano un lungo girovagare di ostello in ostello, di paese in paese. Alla fine Dana (significa “ala”) approda a Dhaka. Non è cristiana né indù né musulmana né buddista, conosce tutti ed è estranea a tutti. Ci incontriamo quando inizia a partecipare ad un programma di formazione nella parrocchia di Mirpur. Dopo qualche incontro mi viene a cercare: “P. Franco, voglio qualcuno che mi faccia da papà. Ho scelto lei – per favore…”. “Senti Dana, ma un papà proprio… un nonno non andrebbe bene?”. “Nonno? Sì, forse ancora meglio”. Mi adotta seduta stante.
Risaia
Una delle strade che conducono a Kuwakata, meta di turismo per le sue spiagge e i suoi tramonti, da tempo è completamente rovinata. Buche enormi, polvere, fango. Chiedi, richiedi, ricorri, protesta, nessuno provvede a ripararla. L’altro giorno (23.9.2008) un gruppo di cittadini ha inventato un modo nuovo per richiamare l’attenzione delle autorità: sono andati tutti insieme su un tratto particolarmente malconcio, ridotto a un mare di fango, e vi hanno trapiantato piantine di riso, trasformando la strada in una risaia. Se non serve a far passare i veicoli, serve a produrre cibo.
La fatica e la bellezza
Vele
L’orizzonte, dal battello che in mezz’ora attraversa il fiume Jamuna, giallo e triste, è costellato di barchette con variopinte vele triangolari. La fatica dei pescatori diventa bellezza.
Biglietti
Prediche dei maulana, sensibilizzazione dei giornali, minacce da parte delle autorità, promesse dei commercianti… niente da fare. Con il Ramadan tutti i prezzi aumentano vertiginosamente, si moltiplica il “bagarinaggio” sui biglietti di autobus e treni, e persino l’impiegato delle ferrovie statali si ritiene autorizzato a imporre un consistente aumento del prezzo del biglietto.
Tumilia
Sono 219 donne, sparse per tutto il Bangladesh in scuole, dispensari medici, parrocchie, ospedali, segreterie diocesane, villaggi remoti, ostelli… Sono tutte bangladedshi, conosciute comunemente come “Tumilia Sisters”, perché la loro Congregazione è iniziata appunto nel villaggio di Tumilia (presso Dhaka) con il nome di “Associate di Maria Regina degli Apostoli”, nel 1933. Fondatrice è una suora americana della Santa Croce. Hanno festeggiato a Tumilia il loro giubileo (75 anni) lo scorso 26 settembre. Sono la Congregazione femminile locale più numerosa e solida, e hanno pure due piccole comunità in Italia.
Acido
Il marito di Parul ha trentotto anni. Nel 2000 il marito l’ha sfigurata gettandole acido in faccia, perché i famigliari non pagavano la dote concordata. La mamma della vittima ha presentato denuncia pochi mesi fa, perché fino ad allora non aveva potuto lasciare la figlia, sempre in ospedali vari. Il marito – che tutti sanno essere colpevole – è in libertà.
Nasima ha una figlia ritardata mentale che all’età di 11 anni è stata violentata. Ha denunciato i colpevoli due anni fa, e da allora ha subito continue minacce, finché le hanno devastato torace e schiena con l’acido. Ora promette che non denuncerà i colpevoli e ritirerà l’accusa precedente.
Campagne di sensibilizzazione interne e internazionali hanno spinto il governo a varare, nel 2002, una severa legge contro il costume di gettare acido in faccia a giovani donne per motivi economici, o per gelosia, o perché resistono a proposte sessuali. Dopo un certo calo dei casi, ora si segnala una ripresa. Sono stati 1.428 dal 2002 al 2007, 116 casi da gennaio ad agosto 2007, saliti a 125 nello stesso periodo di quest’anno. Dal 2002, solo 190 i processi, in cui 254 colpevoli sono stati condannati: 11 a morte, 89 all’ergastolo. Nessuna autorità sa dire quante condanne sono state eseguite e quanti condannati siano di fatto in carcere.
Per legge, l’acido può essere comprato solo su licenza, ma chiunque può procurarselo sui normali mercati, al prezzo di circa 60 centesimi di Euro per un chilo: quanto basta a sfigurare una persona, spesso “sciogliere” completamente gola, trachea, esofago, fra sofferenze atroci.
Ultimamente, le vittime non sono più soltanto giovani donne, ma anche bambini, per vendetta contro i genitori, e uomini, specialmente per dispute su terreni e rivalità in amore.