Mamma vedova che lavora come domestica. A dieci anni di età il ragazzino viene sistemato in una famiglia indiana, per avere il cibo in cambio del suo servizio. Lo trattano bene, ma lui non capisce che cosa facciano. Riunioni, lunghe assenze… Un giorno scompaiono tutti, e poco dopo arriva la polizia che li vuole arrestare per contrabbando di armi. Non trovano nessuno, prendono il ragazzino. Nessun avvocato né ONG ascolta la mamma: caso troppo complicato, impossibile intervenire. Il ragazzo è uscito pochi giorni fa dal carcere, dove ha trascorso 5 anni senza processo. “E’ un vero miracolo che l’abbiano rilasciato”, si commenta.
Archivio mensile:Settembre 2009
Spazi
Amiche d’infanzia, sono venute in città per aiutare le famiglie. Lavorano – cucito e ricamo – 12 ore al giorno con turni settimanali: ore 9-21, oppure 21-9. Stipendio mensile, 32 Euro. Vanno al laboratorio a piedi, ci vuole quasi un’ora. Finalmente hanno messo insieme i soldi per comprarsi una macchina da cucire e lavorare anche in privato, per guadagnare qualche cosa. Ma c’è un problema. Abitano in un baracchetta di legno costruita sopra una casa non finita, rimasta senza tetto. Reggerà il tavolato? E se regge, dove mettiamo la macchina? Togliere qualche mobile non si può proprio, perché non ce ne sono. Tenerla sopra il letto è impossibile, perché il tetto in lamiera è troppo basso. Ci pensiamo, una soluzione la troveremo…
Riduzione mucche
In occasione della grande festa islamica che ricorda il sacrificio di Abramo, ogni anno vengono sacrificati milioni di bovini, e questo fatto è all’origine della fiorente industria di pellame del Bangladesh, che ora intende perfezionarsi e migliorare i sistemi di conciatura. Nel 2007 la festa- che è mobile – è caduta poco prima di Natale. Le vendite di bestiame sono risultate inferiori agli anni precedenti, e nessun cammello è stato importato dall’Arabia per la circostanza. Crisi economica? Effetto del ciclone? Calo di fede religiosa? Campagna anticorruzione. A rimanere invenduti infatti sono stati specialmente i buoi più grossi e ben pasciuti, quelli che ogni anno venivano comprati dai più ricchi commercianti, capi-mafia, leaders politici locali per distribuire carne a destra e a manca e vantarsi di aver sborsato anche 3, 4, 500 mila taka per un bue o un cammello. I Commissari anticorruzione ora stanno guardando i conti di tutti quelli che fanno grosse spese, e allora tutti hanno tenuto un profilo basso: vaccherelle stentate da 20, 30mila taka al massimo.
Una vignetta di un quotidiano locale mostrava un grosso branco fermo davanti al portone di un carcere con un bue che commenta: “Quelli che ci compravano sono tutti qui dentro, vediamo se si accorgono di noi…”.
Gabriella
Avevamo invitato P. Mariano Ponzinibbi a predicarci il ritiro annuale di fine aprile, e lo aspettavamo con gioia per rivederci e condividere tanto, dopo gli anni da lui trascorsi qui, poi in Italia, poi in Cambogia. Il 25 gennaio un infarto mortale, e un grande dolore per tutti. Sr. Gabriella, delle Missionarie dell’Immacolata – PIME, ha accettato di venire al suo posto anche, ha detto: “Pensando che Mariano sarebbe stato contento”. So per esperienza che ci vuole “coraggio” a guidare il ritiro di 30 missionari stagionati e indisciplinati. Lo ha fatto con semplicità e competenza, risvegliando cose buone che sono in noi attraverso visite a tanti passi biblici fatte con occhi di missionaria, psicologa, donna. Sì, Mariano sarebbe stato contento.
Volontariato
Si dà per scontato che in Bangladesh il volontariato non attecchisce. “Non è nella loro cultura”, si
dice, oppure si considera la situazione economica che rende impensabile il lavorare gratis per gli
altri, quando a stento si riesce a mettere insieme il necessario per sopravvivere. Ma Fratel Lucio
Bennati, Pime, ce la sta facendo. Opera fra i ragazzi di strada di vari quartieri di Dhaka con un gruppo
di oltre 30 volontari e volontarie di varia estrazione e religione.
Pesca del legname
La corrente impetuosa trasporta sul fiume in piena una gran quantità di legname, alberi sradicati, rami secchi, pezzi di tronco. Sotto la pioggia battente i giovani di Bandarban, ragazzi e ragazze, appena vedono arrivare in lontananza un’isola galleggiante di questi detriti, si staccano da riva su lunghe agili barchette e remano a tutta forza contro corrente, puntando ad incontrarla verso il centro del fiume. L’affiancano e si lasciano trasportare verso valle, cercando coraggiosamente di agganciare un tronco o di tirare a bordo qualche grosso ramo.
Poi tornano a riva con il bottino e con l’ ammirazione della gente che dal ponte li guarda affascinata e con il fiato sospeso. Qualche tronco che sfugge verrà forse raccolto da giovani di villaggi più a valle. Qualche giovane scompare nei gorghi, e non si troverà più.
Scuola dei poveri
“Uno, due, tre, quattro, cinque…e poi?”- “Proviamo ancora: uno, due, tre, quattro, cinque…”. P. Gabriel, rettore del seminario, ha catturato in strada e, seduto con loro nel prato, tenta un poco di ripetizione ai due vivacissimi nipotini della donna che vive spaccando mattoni, nella striscia di terra (meno di due metri) fra il muro del giardino e la strada. Uno fa la quarta, l’altro la seconda. Con fatica immensa la nonna procura loro quaderni e biro, qualcosa di simile alla divisa ben pulita, e li manda alla scuola statale del quartiere dei baraccati…Ma, senza “lezioni private”, la scuola non insegna a contare fino a sei.