Mimetismo

Presumo che le tute mimetiche siano state inventate perché i colori nocciola e verde sparsi sulle tute rendano difficile distinguere i soldati quando operano in campagna. Il corpo di polizia che custodisce ambasciate, banche e luoghi “a rischio” in Bangladesh,  fa indossare ai suoi uomini eleganti tute a colori sparsi nocciola e azzurro. Ottime per mimetizzarsi in campi di fiordalisi.

Usura

Il tasso medio di interesse degli usurai che pullulano nei quartieri poveri di Dhaka, e nei villaggi, è del 10% mensile. Ventimila taka di prestito diventano in un anno ventiquattromila taka di interessi.

Microcapitalismo

L’anno scorso la piccola ONG locale “Hanani Lantri,” invece di distribuire tutto il riso acquistato con gli aiuti di Cuore Amico (Brescia)  per un centinaio di famiglie in difficoltà, ne ha tenuto una parte come capitale per una “banca del riso” organizzata fra la popolazione Tripura nell’area tribale del sud. Funziona, e ora altri vogliono aderire. Per aumentare il “capitale” di base, i soci si sono impegnati a mettere da parte un pugno di riso, sottratto alla razione della famiglia, ogni volta che si cucina. Pian piano, il mucchietto aumenta… Invece la distribuzione di zanzariere, molto importanti perché  la zona è malarica, si è fermata, quando s’è visto che molti usano le zanzariere non per proteggersi dalle zanzare, ma come reti da pesca per piccoli pesci…

Gita

“Ma dove sono le montagne? Quando le vedremo?”. “Non lo so – rispondo – l’altra volta che sono venuto erano qui, forse le hanno spianate per coltivare il riso…” Mi guardano perplessi: scherza o dice sul serio?
Siamo 12 sul pulmino: 6 ragazze e due ragazzi Santal, Suor Nives, Suor Maria Teresa, il sottoscritto e l’autista. Il 10 luglio abbiamo lasciato Dhaka la mattina presto e dopo parecchie ore abbiamo passato Chittagong proseguendo per Bandarban, dove andiamo a trovare gli ottanta ragazzi e ragazze Marma di un ostello che aiuto. Un “viaggio di studio” ho predicato più volte, e infatti si sono coscienziosamente preparati: spiegheranno qualcosa della popolazione santal, mostreranno danze e faranno ascoltare canti, si sono studiati la geografia della zona… Ascolteremo e vedremo quello che i Marma hanno preparato, e c’è curiosità; ma l’attesa più viva per tutti è quella delle montagne, finora conosciute soltanto su libri.
“Ecco, ecco, sono le prime colline!” Ne rimangono affascinati, senza parola, poi – quando l’auto s’inerpica e scende, con curve e controcurve – esplodono di gioia… e di paura.
 
Santal alla cascata

Santal alla cascata

Tre giornate memorabili. Dove tutto è nuovo, diverso, bello. Un’altra esplosione avviene quando li portano a vedere una cascatella naturale, da cui parte la pompa che porta l’acqua all’ostello. L’acqua, limpida, che cade… ci si buttano sotto per una inedita, entusiasmante doccia.
La notte hanno un poco paura. Sono abituati alla vita dei villaggi, ma nel nord hanno case con massicce pareti in terra, qui invece ci sono pareti di bambù leggere, e il bosco che li circonda nel buio diventa misterioso, con suoni e fruscii sconosciuti.
Il programma del giorno dopo, domenica, è intensissimo: ultime prove, pulizie alla cascata, colazione, poi iniziamo, con la preghiera buddista. I Marma ci leggono un bel passo delle loro scritture, sulla compassione. Poi ci lasciano a bocca aperta recitando tutti insieme, perfettamente imparati a memoria, il Padre Nostro, l’Ave Maria e il Gloria. Infine dieci ragazze, ciascuna con due piattini che reggono una candela, danzano lentamente al ritmo di una melodia che parla di pace, armonia, e con lunghe pause di silenzio. Davvero una meditazione danzata.
Entriamo nel vivo del programma, con un susseguirsi di canti e danze Marma, Santal, e anche Tripura.

Danza Tripura

 Ce ne sono cinque in mezzo ai Marma, e due ragazze danzano un “classico” del repertorio del loro popolo: reggendo una bottiglia sulla testa, si muovono con grazia, poi, mentre una sale su una brocca, l’altra raccoglie con la bocca un fazzoletto messo a terra. Sempre reggendo la bottiglia! Le Santal mostrano il loro tipico modo di salutarsi.
Una lunga scenetta descrive la giornata di lavoro dei contadini marma, che coltivano con il metodo “jum”: bruciano un pezzo di foresta, piantano e seminano sulla parte bruciata: lavoro duro che rende poco, ma adatto al tipo di terreno di quelle colline.
Arriva il momento della Messa. Spiego brevemente parte per parte, aiutato da un’illustrazione dell’Ultima Cena che da tempo hanno appeso nella loro stanza riunioni. Questa domenica si legge la parabola del Buon Samaritano, che si presta molto bene ad essere messa nel contesto di culture diverse, con tensioni, paure e chiusure che si vivono qui.

Ragazza Marma solista

Ragazza Marma solista

Un bonzo mi dirà alla fine: “Bella, molto bella la storia, e il suo significato!” Al Padre Nostro tutti uniti mano nella mano; alla Comunione naturalmente si accostano solo i Cristiani. Ma dopo la benedizione finale  come segno di condivisione distribuiamo un boccone di frutta per ciascuno.

"Prasad": distribuzione della frutta dopo la Messa

"Prasad": distribuzione della frutta dopo la Messa

Per pranzo c’è di nuovo un poco di ansia: che cosa ci faranno mangiare? I Santal si tranquillizzano, ma restano anche delusi, quando vedono che i cuochi (ben 7 aiutanti volontari, oltre al cuoco in pianta stabile) sono andati su terreno neutro: cucina bengalese.
Con le suore, i bonzi e i capivillaggio membri del comitato che regge l’ostello incontro ragazzi e ragazze classe per classe, dalla Prima alla Decima. Intanto, gli ospiti sono accompagnati a visitare il villaggio, in un reciproco, benevolo e curioso scrutarsi fra loro e i Marma, guardano con attenzione come sono costruite le case, come legano le mucche, dove tengono i maiali, come sono fatte le gerle che portano con una striscia di stoffa passata sulla fronte, come le donne indossano i bei vestiti tradizionali…

Piove, ma non rinunciamo a passare per una bella Pagoda costruita sulla cima di una collina abbastanza alta che strappa un “Oh” incantato, per il panorama, e un commento incredulo:”Ma qui possiamo prendere il cielo!”.
Il lungo ritorno a Dhaka sarà tutto un raccontarsi quello che tutti hanno visto e sanno, ma ridirlo significa riviverlo, gustarlo ancora di più…

Seminario

L’unico seminario filosofico-teologico del Bangladesh, Holy Spirit Major Seminary, ha ripreso il 16 luglio le lezioni con 105 studenti, di cui 58 seminaristi diocesani (6 diocesi) e gli altri seminaristi o fratelli religiosi. Il PIME – che non ha seminari propri in Bangladesh – accompagna i giovani che riflettono sulla loro possibile vocazione missionaria attraverso la direzione spirituale personale e, quando e’ possibile, ammettendoli nei propri piccoli ostelli a Bogra e a Dhaka. Poi, se il giovane lo desidera e sembra adatto, entra nel seminario filosofico nazionale e vi rimane per due anni, prima di partire e proseguire la formazione nei seminari internazionali PIME in Italia o nelle Filippine. Quest’anno i candidati PIME al Holy Spirit Major Seminary sono tre: uno nel primo anno e due nel secondo anno. Provengono da tre diverse diocesi.

Due Padri e un Fratello bangladeshi sono già al lavoro con noi, rispettivamente in Italia, Guinea Bissau e Cameroun; un giovane, terminata la filosofia a Dhaka, è a Roma per il periodo di spiritualità prima della teologia.

Ostelli

Il sistema degli ostelli per studenti grandi e piccoli sembra necessario in Bangladesh, dove larga parte della popolazione vive in piccoli villaggi sparsi e spesso le scuole sono lontane, o assolutamente inefficienti. Varie denominazioni battiste, ed evangeliche, investono molto in questo settore educativo, con strutture grandi (spesso ben oltre i 1000 studenti), servizio gratuito, scuola interna, quasi completa separazione dalle famiglie. A Savar, un ostello battista fa firmare ai genitori un impegno a non portare a casa il figlio o la figlia nemmeno per brevi vacanze, e scoraggia le visite. Portarli a casa significa perdere il posto all’ostello. La preparazione scolastica in genere è molto buona, e molti proseguono negli studi con ottimi risultati.- I cattolici procedono in ordine sparso, con ostelli di solito molto più piccoli e diffusi, quasi uno per ogni missione, con scuole a volte esterne a volte della missione, molti contatti con le famiglie e vacanze a casa. Quasi tutti fanno pagare, con tariffe variabili, da somme poco più che simboliche, a cifre relativamente alte. Spesso ci si ferma alla scuola elementare, e in questi anni parecchi vescovi, preti, suore e missionari stanno ampliando per far posto anche a ragazzi e ragazze delle superiori.

Fiammiferi

Gas e acqua sono erogati ai consumatori, che pagano non a consumo, ma secondo il numero dei fornelli e degli attacchi. E’ frequente vedere che nelle famiglie il gas rimane acceso ininterrottamente per tutto il giorno. Ora si parla di mettere i “contatori”. Se lo faranno, ci sarà un boom nell’industria dei fiammiferi.

Virilità

In Bangladesh, primo ministro, ministro degli interni e ministro degli esteri sono donne, ma la cultura rimane maschilista. Secondo un’organizzazione di assistenza a drogati, una delle cause più frequenti per cui giovani incominciano a drogarsi è il timore di non avere comportamenti abbastanza virili con le donne.

Sequestri di legge

Il 17 giugno scorso, in un controllo di routine, uomini del RAB (corpo speciale di polizia, Rapid Action Battallion) fermano due uomini su un triciclo a motore, li arrestano per furto, poi li consegnano alla polizia ordinaria. Il proprietario, Babul Gazi, va alla stazione di polizia di Ramna (una delle più importanti di Dhaka), dichiara che i due affitano regolarmente il triciclo per fare servizio taxi, li fa liberare. Per riconsegnare il triciclo, gli chiedono 200mila taka (oltre 2.000 €). Ne consegna 75.000, e gli fanno promettere che porterà la somma rimanente entro 20 giorni, se non vuole essere accusato di qualche violazione di legge. Prima della scadenza, un sottufficiale lo chiama ad un’altra stazione, dove lo minacciano e lo picchiano. Poi lo portano alla stazione di Ramna, dove viene picchiato finché si accorgono che occorre portarlo all’ospedale – dove muore. Casi del genere, di sequestri operati dalle forze dell’ordine, anche se pochi finiscono con la morte, sono frequentissimi. Sequestri per pochi soldi: si arresta un gruppo di bambini che gioca in strada, per chiedere ai genitori 1.000 taka ciascuno; si sequestrano riksciò, per riconsegnarli dietro pagamento; automobili e microbus per usarli e riconsegnarli scassati… A volte tocca anche a persone abbienti, a cui chiedono di più. Solo bisogna fare attenzione a non toccare chi ha le conoscenze giuste.- Due settimane fa i tassisti della zona di Farm Gate, esasperati, hanno assediato per ore la stazione di polizia per protestare contro i sequestri dei loro mezzi. Recentemente si sono mossi giornali e organizzazioni civili, il governo ha promesso interventi. Akter Shova, moglie di Babul Gazi, ha vinto la paura e si è rivolta alla magistratura. Cinque poliziotti sono ufficialmente “sotto inchiesta.”