Pulcini

Disperati, perché il blocco ad oltranza della circolazione impedisce loro trasportare i polli sui mercati cittadini, e di acquistare i mangimi dalle fabbriche, gli allevatori di pollame, approfittando di una giornata di pausa, hanno protestato contro i politici portando a Dhaka 25.000 pulcini di un giorno, per distribuirli gratuitamente alla popolazione: “Nutriteli voi, noi non ce la facciamo più”.

Parlamento

Il palazzo del Parlamento del Bangladesh, a Dhaka, non mi piace molto, ma riconosco che si tratta di un’opera pregevole, disegnata da un famoso architetto tedesco di cui non ricordo il nome. Troneggia imponente, circondato da ampplissimi prati sempre ben tenuti, e qualche fila di alberi rigogliosi. Notevole.
Ma viene usato poco. A parte gli anni delle dittature e dei governi militari, quando rimane vuoto, anche con la “democrazia” non si logora certo per l’uso. L’opposizione sta quasi sempre fuori per protesta, andandoci solo quando è assolutamente necessario per non perdere il diritto allo stipendio. La maggioranza, non avendo con chi discutere, decide alla svelta e se ne va. Per il futuro non si prospetta un uso maggiore. Sembra che alle prossime elezioni, fissate per il 5 gennaio, si presenterà soltanto il partito Awami League, mentre gli altri hanno deciso di boicottare, quindi non andranno neppur più per prendere lo stipendio.
Questa mattina, gustando il sole e il traffico ridotto a causa dello sciopero, sono passato davanti al Parlamento, e ho visto in lontananza una dozzina di mucche che dignitosamente pascolavano negli splendidi prati. Chi le ha messe ha avuto un’idea secondo me ottima, veramente intelligente: avremo almeno le mucche parlamentari.

Servizio

Anni fa, P. Quirico disse a un poveretto, bastonato perché sorpreso a rubare un bambù: “La devi capire che tu non hai il fisico per fare il ladro!”
Al brav’uomo di cui parlo ora bisognerebbe dire: “La devi capire che non hai i numeri per fare il furbo!” Tant’è, aveva pensato di unire l’utile al dilettevole: aiuto bambini poveri, e prendo un bel po’ di soldi da organizzazioni benefiche, partiti politici, autorità varie, e da facoltosi stranieri dal cuore tenero. Rimette in sesto quattro casupole, che sono tutti i suoi averi, e vi mette dentro una quarantina di bambini più o meno orfani, ma certamente tutti strapelati. Li manda a scuola, li tiene con affetto, gongola per i molti elogi e qualche promessa, ma i soldi – con sua sorpresa – non arrivano: tutti hanno altro da fare, li daranno dopo.
Arriva il momento in cui non c’è più riso. Gira gira, trova un grosso commerciante che acconsente a dargliene a credito, per un valore di circa 800 euro. I bambini mangiano, i soldi continuano a non arrivare, il riso finisce di nuovo, ma questa volta il nostro amico ha un colpo di fortuna: un emigrato che vive in America gli dà gratis tre camion di riso, basta che vada a prenderseli. Racimola la tariffa per il trasporto, e tutto contento fa caricare un camion e porta il riso a casa… passando davanti al magazzino del suo creditore. Il quale pensa che l’abbia comprato invece di pagare il debito, e avvisa la polizia. Arresto immediato, galera, botte senza risparmio.
Finalmente, dopo tre o quattro frenetici giorni, la moglie e la figlia trovano qualcuno che s’impietosisce, e offre gli 800 euro pagando il debito in presenza dei poliziotti.
Tutto a posto? L’ex creditore lo prende da parte: “La polizia ha fatto il servizio, non crederai che glielo paghi io! O vuoi altre botte?” Ancora 200 euro, e può andare a casa a medicarsi.

Soldi

Esco dal Centro Assistenza Malati domenica mattina presto, poco prima che inizi la Messa. Ragazzi e ragazze degli ostelli vicini, suore, fedeli del quartiere stanno andando alla Cappella. Un ragazzino sugli 11 anni mi avvicina in strada e mi saluta educatamente: “Buon giorno Padre”. Mi chiede se abito qui, se conosco l’ostello, come  mi chiamo, qual è il mio paese. “Stai andando a Messa?” mi risponde di sì. Penso sia cristiano, ma poi mi dice il nome e  capisco che è musulmano. Prende confidenza: “Padre, posso fare una domanda?” Si guarda in giro per essere sicuro che nessuno ascolta: “Davvero tu puoi stampare i soldi?” Come? Gli faccio ripetere la domanda, ma ho capito proprio bene!  “Come mai pensi che io possa stampare i soldi?”. “Lo dice sempre mio papà: come fanno gli stranieri ad avere tanti soldi? Certamente li stampano loro stessi.” Gli spiego che non è così e non nasconde la sua delusione. Eppure lo dice mio papà!

Record

Siamo arrivati al record di 123 ore consecutive di totale blocco ferroviario, stradale e fluviale: sei giorni e cinque notti da sabato 30 novembre mattina a giovedì 4 dicembre. Non vi descrivo il traffico sulla strada Rajshahi-Dhaka la sera e la notte del 4, subito dopo che hanno comunicato che era stata concessa una sosta fino a sabato mattina (pensate, 36 ore normali!). Ora siamo di nuovo precettati: non si va da nessuna parte;  e domani a Dhaka ci sarà anche il blocco di tutte le attività. Intanto i morti di questi giorni sono saliti a oltre 20, di cui una dozzina bruciati da bombe incendiarie artigianali, altri colpiti da pallottole di gomma della polizia o bastonati.