“Ci sarà?” “No, per domani sembra di no.” “Magari! Però a me hanno detto… oh ciao, tu hai sentito qualcosa?” “Boh, ho sentito dire che c’è, ma non ancora confermato” “Chi lo proclama? Jamaat? BNP?” “Chi dice BNP chi dice Hefajat” “Ma no! Hefajat l’ha annunciato per dopodomani…” “Oggi dai megafoni minacciavano di brutto chi andrà in giro domattina, ma non ho capito chi lo facesse” “Allora, se pure domani c’è, siamo di nuovo a tre giorni di fila…” “No, io so che non sarà a livello nazionale, ma a Dhaka e in qualche altro distretto…”
Sono i nostri discorsi quasi ossessionanti, sempre più frequenti.
E le telefonate? Peggio!
“Dovevo andare a Mymensingh, invece sono a Dhaka, bloccato da due giorni…” “E io? Avevo il biglietto per Dinajpur, ma da oggi sono bloccato per tre giorni a Rajshahi, sciopero locale: qui il Jamaat domina”.
Viaggi su un autobus. Si ferma. Confabulano, telefonano, chiamano l’ufficio centrale…poi di bocca in bocca arriva l’informazione: stiamo entrando nel distretto di Nator, se proseguiamo sono guai. Tre ore di attesa, sperando che finisca.
Come i topi, prima di uscire, mettono sospettosamente la testa fuori dalla tana, per vedere e fiutare se c’è un gatto in giro, noi cerchiamo guardinghi gli spiragli fra uno sciopero e l’altro – magari dalle 6 di sera alle 6 del mattino seguente – per passare in fretta da un posto all’altro e rintanarci di nuovo…
Vogliamo metterla allegramente? E’ (quasi) come fare lo slalom speciale fra le nevi del Sestriere!