Johanna

In varie “schegge” ho parlato di Dino e Rotna, la coppia di insegnanti che ha aperto una scuola di cucito in una baraccopoli di Dhaka, aiuta giovani donne in difficoltà, fa scuola a oltre cento bimbe poverissime, fornendo loro istruzione e anche un piatto di riso saporito ogni giorno. Qualche giorno fa la loro seconda bimba Johanna, meno di due anni, è stata colpita da un batterio intestinale raro che ha provocato una paralisi. “E’ salva per miracolo, dicono i medici – ma probabilmente la paralisi è irreversibile.”

Vivibilità

Si fanno classifiche anche per indicare quale sia la città dove si vive meglio – o peggio. Nella lista, Dhaka, per il secondo anno consecutivo, sta al penultimo posto, seguita da Harare, capitale dello Zimbabwe. Non conosco i criteri della valutazione, ma mi rallegro che solo una città al mondo sia considerata peggio di questa.
Tuttavia… capovolgendo il discorso e chiedendoci quale sia la città dove sia più difficile vivere, occupiamo un posto di tutto rispetto: il secondo dopo Harare.

Colletti bianchi

La consapevolezza che occorre studiare per uscire dalla miseria sta aumentando. Genitori e ragazzi fanno sacrifici incredibili per andare avanti nelle scuole, teoricamente gratuite in realtà costosissime: libri che dovrebbero essere forniti dal governo non arrivano o arrivano parzialmente, sussidi extra che i maestri impongono, tasse di esami, e soprattutto lezioni private – persino ai bambini dell’asilo. Il livello minimo da raggiungere per sperare di trovare un lavoro sale: tanti anni fa era la quinta elementare, poi la quinta superiore, ora anche l’intermedia non basta, e si sta formando un’ampia fascia di “colletti bianchi” disoccupati. Molti ragazzi e ragazze che hanno completato il College sono senza lavoro, fanno gli sguatteri, i guardiani notturni. Tutti lo sanno, ma il sogno rimane il College, ed è difficilissimo persuadere un giovane, o i suoi genitori, a frequentare scuole professionali che consentono di trovare subito un lavoro ben retribuito.

Violenza

Nel 2010, secondo dati raccolti da agenzie per i diritti umani, 167 persone – per lo più ladri e rapinatori veri o presunti – sono state linciate dalla folla. I casi di attacco con acido specialmente su donne, ma anche su bambini piccoli e uomini, sono aumentati. Mediamente ogni giorno una donna viene uccisa, spesso bruciata viva, per questioni di dote non pagata o pagata solo parzialmente dalla famiglia. In aumento anche la pirateria nei vari bracci del delta del Bengala, e lungo le coste, con sequestri di pescatori ed esose domande di riscatto.

Guiness

Alta due spanne e mezzo, si precipita in sacrestia lavata, stirata, lucidata per bene, sprizzante di gioia, e mi saluta con un sonante “Jesu Pronam” (Onore a Gesù). Ci presentiamo: si chiama Shopna (sogno), ha quasi 6 anni, fa la prima, a scuola riesce bene, ha un fratello più grande, obbedisce quasi sempre a papà e mamma. Apro il grosso armadio, prendo i paramenti e mentre li indosso sento che Shopna alle mie spalle armeggia. Mi volto, non la vedo… è saltata dentro e rovista fra le tuniche. Un altro salto, ne tira giù una della sua misura – a malapena potrebbe servirmi da camicia. Esce, la indossa, poi mi indica un gancio cui sono appesi dei nastri rossi. Gliene porgo uno che annoda ai fianchi con eleganza. “Sei capace di servire la Messa?” “Certo! E’ il mio turno. Dovrebbe venire anche Milon, ma se non viene fa lo stesso, posso fare anche da sola.” Affannato arriva Milon all’ultimo istante. E’ alto il doppio di lei, che lo rimprovera educatamente per il ritardo, e lo aiuta a vestirsi. Serviranno impeccabilmente.
Ce ne sono altre, in parrocchia, della taglia e del piglio di Shopna. Credo sia un caso da Guiness dei primati: le chierichette più piccole del mondo…

Vernice

E’ in corso a Dhaka la Coppa del mondo di cricket, preceduta da febbrili lavori per migliorare la viabilità, abbellire, decorare.
Gli abituali passeggeri di autobus urbani fronteggiano un’insolita scarsità di mezzi di trasporto. Gli autobus vecchi, ammaccati, scrostati -sono la maggioranza – vengono dalle autorità cittadine spediti a rifarsi il look con una buona verniciata che possa dare buona impressione ai tifosi e ai visitatori stranieri.
La vigilia e il giorno dell’apertura ufficiale (17 febbraio) sono stati momenti magici. La solennissima, rutilante, megagalattica cerimonia di apertura ha visto l’ingresso dei capitani delle 14 squadre a bordo di un riksciò, e ha dato un momento di gloria ai fortunati prescelti per pedalare. E’ la prima volta che il Bangladesh ospita un evento sportivo mondiale. Fierezza nazionale: ce l’abbiamo fatta, il mondo ci guarda, lo stadio è bellissimo, lanceremo il turismo… Scuole e uffici chiusi. Purtroppo la prima partita, con l’India, è stata persa. L’orgoglio rimane nonostante la delusione: l’India è una delle squadre favorite, e comunque le “tigri” della squadra del Bangladesh hanno giocato bene. Si va avanti fino a metà marzo. Le terrificanti “vuvuzela” (se così si chiamano le trombette che hanno assordato i campionati mondiali di calcio in Sud Africa) si sono diffuse in un batter d’occhio.